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Lavoro più sicuro… con Sikura


È un anno importante, per Sikura. Oltre a raggiungere i 10 anni di collaborazione con l’Umana Reyer, l’azienda nel 2022 festeggia infatti anche i 25 anni di attività. Sikura, come ricorda il titolare, Roberto Pistolato, tratta tutti gli articoli e le soluzioni per garantire la massima sicurezza sui posti di lavoro.

“Uno dei nostri slogan – spiega – è “in buone mani”, perché il nostro cliente è un partner che vogliamo al nostro fianco, non al di là della scrivania, per interpretare e capire le sue esigenze, potendo così agire per suggerire e proporre i prodotti più adatti”. Un altro slogan di Sikura è quindi “future is here”, perché “ci divertiamo a sfruttare la tecnologia per inventare cose nuove e articolo innovativi”.

In questo periodo storico, l’azienda si è concentrata anche sulla sicurezza dei luoghi di lavoro legata al Covid. “È però – ammette Pistolato – una fetta di business che ci auguriamo finisca quanto prima, perché ne va del benessere della società, oltre che dell’intero mercato e dell’economia”. Sikura, del resto, propone ai clienti ad esempio anche i defibrillatori, veri salvavita nel momento del bisogno. Ma anche distributori automatici non solo di dispositivi di protezione, ma anche di utensili da restituire alla ditta una volta terminato l’uso. Il tutto legato a un software che consente all’azienda di monitorare consumi e gusti.

Uno dei punti di forza è poi quello delle calzature di sicurezza, con oltre 100 modelli in pronta consegna e 2.500 a catalogo, essendo da 20 anni importatori anche del marchio “Bata Industrial”. E poi protezione delle mani, delle vie respiratorie, della testa, della vista. “Al riguardo – riprende Pistolato – forniamo già a molte aziende il servizio di occhiali da vista con lenti che siano contemporaneamente correttive e dispositivi di protezione”.

La scelta di entrare in partnership con Reyer, a Sikura, ha offerto diverse opportunità. “Finché era possibile frequentare liberamente il palasport prima del Covid – spiega Pistolato – il principale piacere era quello di condividere vis a vis con altri imprenditori il momento della partita: dal prima al durante, dall’intervallo al dopo. Un interscambio di relazioni all’interno della rete creata da Reyer che ha permesso di sviluppare amicizie, sia sul parterre che fuori”.

Ma non solo. “Con la famiglia Reyer abbiamo una grande sintonia anche per quanto riguarda gli aspetti sociali dello sport. Io faccio parte di paio di associazioni, gli “Amici della Laguna e del Porto” e “Ciani4Ever”, creata quest’ultima per ricordare mio fratello, scomparso per un tumore, con cui abbiamo condiviso diverse attività: da quelle di integrazione tramite il gioco dei bambini delle scuole con i disabili, ai pranzi solidali con persone senza fissa dimora, ai pomeriggi a Casa Nazareth dove sono accolti bambini provenienti da famiglie meno fortunate. In questi aspetti, Reyer dimostra il suo lato più umano, facendo respirare il suo dna orientato alla massima attenzione al sociale”.

Il tutto, partendo dal campo. Riguardo al quale Roberto Pistolato chiude con una confessione. “Pur essendo alto 195 cm, non avevo mai giocato a basket, ritenendolo uno sport poco interessante. Quando già eravamo sponsor Reyer da un paio d’anni, accettai però l’invito a venire al Taliercio. E sono stato letteralmente catturato, tant’è che, fino a quando è stato possibile, ho poi iniziato a seguire la squadra anche in alcune trasferte”.


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