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Fassina e Santucci presentate al Taliercio
Martina Fassina e Mariella Santucci, due nuove giocatrici dell'Umana Reyer e della Nazionale, sono state presentate alla stampa oggi pomeriggio al Taliercio.
Martina Fassina
È stato un mese di duro lavoro, ma penso che stiamo lavorando bene, quindi siamo positive. La società mi ha accolto alla grande e mi sono trovata molto bene con lo staff e le nuove compagne: ci sono tutti i feedback positivi.
Rispetto all'ambiente giovanile della Reyer, dove sono passata qualche anno fa, quello della prima squadra è diverso dal punto di vista della struttura della squadra. Io mi ero trovata benissimo in quell'anno e ovviamente mi trovo bene anche adesso, anche se siamo ancora solo all'inizio.
Quella in Polonia è stata una bellissima esperienza dal punto di vista professionale, oltre che cestistico, quindi sono molto contenta di averla fatta. E quindi consiglio a chiunque ne avrà l'opportunità di fare un'esperienza in Europa o al College. Penso mi abbia fatto crescere anche nella consapevolezza e adesso proverò a portare qui tutto questo bagaglio che ho costruito.
Anche se questo inizio può essere più complicato, siamo tutte giovani e abbiamo grande volontà di esprimerci, di fare, di mettere tutte noi stesse. Penso quindi che, superato lo scoglio iniziale, possiamo fare bene e prenderci le nostre soddisfazioni.
Mariella Santucci
È stato un mese impegnativo e poi non siamo al completo ed è quindi abbastanza diverso il modo di giocare in questo momento rispetto a quello che avremo in futuro. Stiamo vedendo tante cose, quindi è un carico di lavoro importante. Siamo tutte positive sul lavoro che dobbiamo fare, ma soprattutto ci troviamo in campo e penso che questo sia particolarmente importante.Continuità è stata la parola più importante per me a Ragusa, visti i due anni che abbiamo fatto, arrivando sempre in semifinale playoff. Quindi posso dire di avere un po' di esperienza a livello di campionato italiano, di playoff, di pressione derivante da un progetto importante e penso quindi di poter essere all'altezza per aiutare la squadra sotto questi aspetti.
Dall'esperienza di 4 anni in America, a livello umano, ma anche come giocatrice, ho imparato a lavorare molto su me stessa ed essere a disposizione per fare quello che serve alla squadra per vincere. Magari non sono una che fa 30 punti di media, ma ho un ruolo in cui devo saper gestire la partita e portare sempre intensità.
Per me è diverso arrivare in un gruppo ancora non già fatto e quindi sarà difficile all'inizio conoscersi, anche in campo: ci vorrà più tempo, ma sicuramente hai più modo di essere te stessa. Le italiane sono però praticamente tutte in Nazionale, quindi ci conosciamo e sappiamo come giochiamo.